Sapevate che anche Udine festeggia la giornata del design? Sì, Udine insieme a città più grandi e famose come Milano, Parigi, Firenze, Tokyo, ecc., da due anni celebra il design con la ”Udine Design Week”, una settimana di incontri, eventi, esposizioni, ma dove al centro ci sono soprattutto le migliori creazioni del design, dai gioielli, all’arredo. Uno dei luoghi scelti per l’esposizione delle creazioni dei designer è 16metriquadri, un negozietto/galleria che da pochi anni ospita delle creazioni innovative di designer di tutta Italia. Abbiamo cercato di dare voce agli artisti, per capire un po’ più nel profondo il contesto e le creazioni presenti in questa settimana udinese del design.
Iniziamo da uno dei luoghi dove saranno ospitati gli artisti. 16metriquadri negozio/galleria creato da Roberta Piani pochi anni fa e che ha portato a Udine l’artigianato ed il design di artisti che trasformano materiali comuni, quotidiani in ricercati gioielli. Che cos’è 16metriquadri e com’è iniziato?
16metriquadri dall’ottobre 2014 è uno spazio nel cuore di Udine dove arte e artigianato made in Italy al 100% si incontrano. Un negozio che è anche galleria dove posso mettere in gioco tutto il mio gusto e il mio amore per i gioielli contemporanei. Ci potete trovare creazioni di designer e artisti del gioiello interamente realizzati a mano. La varietà e la ricercatezza dei materiali fanno di ogni pezzo un esemplare unico e irripetibile e consentono di trovare il gioiello più adatto ad ogni gusto, per sé o per comunicare un’emozione.
Cos’è per te il design?
Il design è un grande mediatore tra stile e utilità. In particolare nel caso del gioiello contemporaneo ha il compito di aiutarci a trovare un incontro pieno tra lo stile del gioiello e la personalità di chi lo indossa, a far diventare il gioiello un veicolo di informazioni personali, sociali, e relazionali. Molti jewel designer stanno facendo del gioiello qualcosa di più di un semplice ornamento, ampliando il campo al discorso gioiello/abito/corpo. Sono da leggere proprio in questo orientamento le performance che abbiamo dedicato ai gioielli attraverso il linguaggio della danza contemporanea (del RAE Dance Collective n.d.r.) che è così fortemente legata alla sfera del corpo.
Iniziamo con Francesca Verardo
Qual è stato il tuo percorso? Qual è il pensiero che guida i tuoi lavori?
Ho iniziato una quindicina di anni fa, frequentando un corso di ceramica con Letizia Maggio.
Fu un’esperienza che feci quasi per caso, spinta dalla volontà di avvicinarmi ad un realtà che mi affascinava. Mi incuriosiva l’idea che racchiudesse in se’ due mondi apparentemente in antitesi: uno molto vicino all’arte, quindi concettuale e visionario; l’altro caratterizzato da uno spiccato approccio concreto e tecnico.
Contemporaneamente intrapresi gli studi in architettura e condussi alcune esperienze di studio e professione all’estero. Le città in cui vissi (Vienna, Berlino e Barcellona), pur essendo capitali creative, non mi consentirono di ritagliare del tempo per continuare a frequentare con continuità il mondo della ceramica. Fu così che al mio rientro in Italia decisi di prendere una pausa dall’architettura, ritornai sui miei passi e ripresi a frequentare ulteriori corsi di approfondimento, con Luca Tripaldi e David Roberts.
Fu quest’ultimo a convincermi che la strada che stavo riprendendo era quella giusta.
Parliamo strettamente di design. Come interpreti questa parola? E come si stanno evolvendo le creazioni dei designer dal tuo punto di vista, da quello che vedi intorno a te?
Reputo, e non sono l’unica, che il design sia in ogni cosa. Design inteso come progettazione sia formale che tecnica. Quando questi 2 elementi riescono a convivere e a fornire un valore aggiunto inedito e positivo per l’utente finale sia ha del buon design.
Le creazioni dei designer stanno diventando sempre meno urlate. Si sono persi sia gli eccessi degli anni 80/90 che le illuminazioni/provocazioni degli anni 60/70. L’evoluzione mi sembra che metta in secondo piano l’aspetto formale e punti maggiormente ad altri valori, che siano essi d’uso, di sostenibilità ambientale e tecnologico.
I tuoi lavori nascono dall’argilla, quindi dalla terra. Puoi descrivere come li utilizzi e perché la scelta di questo materiale?
La ceramica mi pone davanti a delle sfide quotidiane, non dà mai certezze sul risultato finale. Deriva dalla terra, e va rispettato in tutte le sue molteplici fasi di lavorazione, pena la sua non buona riuscita. E’ per me una fonte inesauribile d’ispirazione e mi stimola a trovare nuove interpretazioni perché può assumere innumerevoli declinazioni sia a livello formale che decorativo e si realizza secondo le più svariate tecniche di lavorazione.
Infine il luogo del festival: Udine. Tra le città organizzatrici di una propria settimana del design normalmente compaiono città note e di maggiori dimensioni. Udine è una delle poche di piccole dimensioni, ma che riesce comunque a proporre degli eventi di qualità. Quali sono le differenze che trovi dal punto di vista dell’artista, tra i grandi centri, come Milano, Parigi, Tokyo, ed i piccoli centri che vogliono portare il design anche in provincia?
Si tratta ovviamente di 2 realtà differenti. Le grandi città del design offrono maggiori spunti e possibilità di confronto. Nei piccoli centri questo avviene in maniera minore, ma non per questo le opportunità per emergere e per crescere sono inferiori, anzi. Inoltre spesso i singoli territori sono espressione di una cultura del fare che, soprattutto in Italia, raggiunge nella sua provincia massima espressione. Ed è questa capacità, frutto di tante piccole realtà, che ci invidiano all’estero.
Per maggiori informazioni sulla design week vi invitiamo a seguire il sito del MuDeFri il Museo del Design del Friuli Venezia Giulia