Progettata per la mostra virtuale “Totem Semplicità Complesse” in occasione della Udine Design Week 2021, si intitola (CURVE) ed è la seconda delle installazioni di cui parleremo.
Dietro la sua realizzazione, vi sono Cristiano Antonutti e Matteo Mizzaro, due giovani architetti che hanno scelto come collocazione dell’opera il tratto centrale di Via Mercato Vecchio, uno tra gli spazi simbolo della città. Un luogo di passaggio ma anche di ritrovo la cui conformazione a “corridoio urbano” rende la via una scenografia privilegiata per integrare (CURVE) al contesto urbano.
Autori: Cristiano Antonutti, Matteo Mizzaro
Riprese: Aeten Production http://www.aetenproduction.com
Editing, cgi, grading: IAMTHEHEXAGON http://www.iamthehexagon.com
(CURVE) è un’installazione ibrida realizzata a grandezza naturale da leggere attraverso più chiavi lettura: possiamo parlare di land art, di arredo urbano ma anche di “giostra urbana”, espressione di giocosità e divertimento del vivere cittadino. Sì perché ogni modulo che compone il totem è pensato come pedana o panca perché i passanti possano sedersi o fermarsi. Le forme curvilinee, i colori accesi – in perfetta armonia con il logo della Udine Design Week – permettono di decifrare gli aspetti ludici dell’opera ed integrarli con naturelezza ed equilibrio allo spazio urbano. Anche la scelta cromatica non è casuale ma si fa portavoce dell’intenzione di invogliare il pubblico a vivere la manifestazione dedicata al design secondo dimensioni nuove, virtuali, rese possibili grazie alla realtà aumentata.
(CURVE) è un esperimento di arredo urbano digitale che permette di immergersi in una dimensione altra e vivere la storica via del centro in forme facilmente fruibili attraverso l’utilizzo del proprio device. Mediante l’attivazione di un QR CODE, infatti, la conformazione della parte centrale di Via Mercato Vecchio (angolo Via del Carbone) cambierà dando spazio all’installazione fruibile fino all’10 maggio.
Per aiutarci a cogliere il senso implicito dell’opera abbiamo deciso di porre qualche domanda ai due designer. Ecco quello che ci hanno raccontato!
Perché avete pensato di collocare in quest’area della città la vostra installazione? Vi è una ragione specifica magari dettata dalla storia del luogo, dall’importanza che ha o ha avuto in passato per il centro udinese?
La nostra installazione è stata concepita per poter essere inserita, nelle sue varianti, in qualsiasi spazio della città; tuttavia ci siamo resi conto che il nostro progetto aveva bisogno di relazionarsi con uno spazio confinato e con una conformazione morfologica a “corridoio urbano”.
Via Mercato Vecchio è stata dunque una scelta quasi obbligata anche per la sua rilevanza come luogo simbolico di Udine.
Raccontateci il concept dell’installazione. Da dove nasce l’idea? Come avete ragionato affinché la dimensione astratta si coniugasse a quella urbana in funzione di un inserimento conforme al contesto?
L’idea è stata quella di reinterpretare il concetto di totem da elemento verticale a elemento con sviluppo orizzontale che portasse ad una esperienza interattiva e ludica con le persone.
Abbiamo individuato una serie di moduli curvi astratti che possono essere interpretati come archetipo di un portale ad arco (a richiamare i portici della città),una seduta lounge, una panca o una pedana.
Nella fase di ideazione e progettazione del totem, e ragionando in prospettiva futura, avete pensato alla possibilità che l’installazione possa realizzarsi concretamente? Richiederebbe degli accorgimenti per adattarsi al centro urbano?
La realizzabilità dell’opera è stata fin da subito un punto focale del progetto.
Il totem è stato concepito in modo da poter essere realizzato attraverso diverse tecniche costruttive, per essere smontabile, trasportabile ed estendibile grazie alla propria modularità in qualsiasi parte della città. Per questi motivi il progetto risulta versatile ed adattabile a più contesti urbani.
Sempre ragionando sulla possibile realizzazione dell’oggetto, quali materiali utilizzereste? Come ragionereste in termini di rapporto coi cittadini? Vi immaginate una sua funzione particolare oltre a quella estetica?
Pur mantenendo le forme scelte abbiamo ipotizzato diversi materiali di finitura e strutturali.
In particolare ci siamo focalizzati su due tipologie realizzative: una composta da struttura intelaiata e rivestita in lamine di legno, sicuramente più economica da realizzare e trasportare; l’altra invece composta da un telaio a traliccio in acciaio e rivestimento in lamiera forata.
La scelta delle finiture è stata individuata anche in funzione di un rapporto tattile e di interazione con i cittadini: il nostro progetto vuole essere anche un elemento di arredo urbano. Quando si progetta un elemento per lo spazio pubblico, bisogna anche immaginare che lo stesso pubblico possa farne un utilizzo inaspettato.
Il supporto della tecnologia ha sicuramente mutato l’esperienza di fruizione rispetto a mostre ed eventi culturali. Lo abbiamo visto con questa mostra “Semplicità Complesse” ma numerosi sono gli esempi in giro per il mondo. Come pensate che la tecnologia possa modificare il modo di ideare e nel contempo di fruire di esperienze culturali di questo tipo?
Le piattaforme virtuali danno illimitate possibilità alla creatività, di fatto abbattendo limiti spaziali, di produzione o di budget.
Il campo di sperimentazione ha come limite solo il livello di conoscenza o di implementazione delle capacità espressive anche grazie ai nuovi supporti alla progettazione e rappresentazione digitale. Pensiamo che, anche in un periodo come quello che tutti stiamo vivendo, la possibilità di poter fruire in modo accessibile, seppur virtuale, ad esperienze culturali come quella proposta dalla Udine Design Week sia un’ottima iniziativa.