Siamo stati all’AMA Music Festival e ci siamo divertiti
Quest’anno un’edizione particolare dell’Ama Music Festival. Quanto ci piacciono i festival con line up inconsuete e palchi a misura d’uomo? Tanto. L’Ama è uno di questi. Quest’anno però si preannunciava diverso fin dall’inizio, con l’annuncio per la prima volta di un cambio location: stavolta sarà Bassano del Grappa a fare da cornice a questo gioiellino, non più l’adorabile Asolo.
L’edizione fa parlare di sé anche in termini abbastanza accesi, visto il divieto da parte del comune di Bassano di far esibire un artista che era appena stato annunciato: Young Signorino. Il giovane aveva da poco calcato il palco del Je T’Aime (altro piccolo festival padovano) durante il suo primo live, pieno di gente ma dobbiamo ammettere, molto trash (Sì, ci siamo stati). Insomma, trattasi di un fenomeno popolare che fa discutere ormai da un po’ e che il comune di Bassano ha ritenuto inadatto ad esibirsi al festival. Ma ha davvero senso impedire ad un artista di esprimersi? Sorvoliamo.
La prima giornata dell’Ama viene purtroppo annullata causa maltempo, dovevano essere i Vaccines (unica data italiana), i Bud Spencer Blues Explosion e molti altri ad animarla, peccato.
Entriamo quindi all’Ama il secondo giorno e tiriamo un sospiro di sollievo: la nuova location è ampia, vicina al centro, in mezzo al verde. Molto bella. Siamo al Parco Ragazzi del ’99 di Bassano, perfino il nome ci piace.
La prima parte del festival, dopo un’entrata con i soliti controlli a borse e zainetti, ospita una varietà di bancarelle e stand per il cibo. Dalle camicie vintage alle tavole da skate, c’è un po di tutto. In questa prima zona viene allestita anche una postazione dj, c’è già qualcuno a ballare sull’erba.
Per mangiare e bere ci viene fornita al prezzo di 1 euro una tessera ricaricabile valida per tutta la durata del festival, un metodo davvero semplice ed utile per evitare il formarsi di code alle casse. Bravi.
I palchi sono due: quello principale non è enorme ma non lascia delusi. Poco più in là troviamo il secondo palco, più piccolo, che ospita diversi artisti già a partire dal tardo pomeriggio.
Intorno alle 22 sul palco principale salgono i Notwist. Gruppo tedesco fondato nell’89, spaziano dal post-rock all’elettronica, sperimentano, cambiano negli anni. Siamo curiosi. Sull’erba davanti al palco non siamo in troppi, si respira, ci aspettavamo più persone.
Fin dall’inizio il live ci lascia a bocca aperta: intenso, crudo. I pezzi sembrano quasi improvvisati, c’è molta energia, ma li conosciamo bene, ci fanno venire voglia di muoverci. Un gruppo con gli attributi, da ascoltare di più, incredibili.
Alla fine del live siamo soddisfatti, abbiamo tempo per farci un giro mentre aspettiamo che Cosmo salga sul palco.
Quando torniamo il numero di persone è raddoppiato. Piccolo, celebre, scatenato Cosmo, entra ed è subito una festa. Sa stare sul palco, non ci si può annoiare. Cantautore italiano diventato famoso dapprima col suo gruppo Drink to me e poi come solista, Cosmo è ormai conosciuto per i suoi live tutti da ballare. Si lancia sulla folla quasi subito, continuando a cantare ma facendo impazzire i fan più accaniti. La gente salta, fa casino, Cosmo ci fa divertire.
Dopo i live principali la serata continua con dj set e altri artisti. Non ci si annoia!
Insomma, l’Ama ci ha lasciati a dir poco soddisfatti, organizzato bene, senza grossi strafalcioni in termini di code o ritardi nei live. Un festival che vi consigliamo e del quale non vediamo l’ora di scoprire le future novità! Thumbs up!
Articolo di Valentina Incorvati
Foto di Riccardo Michelazzo