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Com Truise

Com Truise via

Com Truise val bene una vignetta. Con questo totem in mente mi sono recata al Kino Šiška di Lubiana, ex cinema, convertito in locale con sala concerti (un po’ come il nostro teatro San Giorgio al netto dei recenti sviluppi). L’opening act Felis Catus viene seguito senza troppo entusiasmo, sebbene offra spunti interessanti e sia un beniamino locale (“Your gay thoughts” e “Don’t make new people collective” i suoi progetti paralleli). All’arrivo del main act, una marea di persone scivola giù lungo le gradinate, che un tempo ospitavano posti fissi numerati, per addensarsi a ridosso del palco. Mi trovo tra di loro. Uno sguardo rapido tutt’attorno rivela un probabile tutto esaurito, quasi obbligatorio ad un evento del genere per un locale che concentra la sua programmazione sull’offerta locale. Si spengono le luci e si mettono in moto gli ingranaggi.

Com Truise è un tecnico di laboratorio

Ma facciamo un passo indietro: come introdurlo questo main act? Com Truise è un tecnico. Un tecnico di laboratorio che, in un novello Jurassic Park musicale, ha iniettato la psichedelia residua dei pionieri dell’elettronica degli anni ’70 nelle sonorità synth pastose e spesso frivole degli anni ’80, il tutto ottenuto con la tecnologia di produzione musicale minimalista del nostro tempo. Il risultato è un pot-pourri futuristico che, se paragonato ad un film, grida Blade Runner da tutti gli amplificatori. Un concerto di Com Truise, non è un live, è un cyborg. Il suono, al netto dell’acustica di sala, è fedele, per qualcuno forse troppo, al registrato.

Tra i brani suonati, il più atteso è il suo probabilmente più celebre “Brokendate” dal LP “Galactic Melt”.

La maggior parte degli altri pezzi viene dal secondo LP: il più maturo “In Decay”, lavoro coeso e concettuale, in cui è difficile isolare singole tracce. Cosa che invece fanno quelli della Recorded Pictures, che hanno usato la sua “Data Kiss” per il trailer del thriller di fantascienza (avevamo detto Blade Runner?) “High Rise”, di prossima uscita.

Qualche assaggio lo si ha anche dell’ultimo lavoro, l’EP “Diffraction”, per la cui uscita è previsto un tour nordamericano di supporto in primavera. Per ora sospendiamo il giudizio, anche se il primo estratto suona un po’ piatto, più festaiolo che onirico, per come Seth Haley (all’anagrafe) ci ha abituati.

La parte più live, nel senso letterale del termine, è il pubblico: coinvolto, affezionato, variopinto come solo le capitali mittel-europee sono in grado di fornire. La proiezione che accompagna il concerto è fatta di giochi geometrici sulla prospettiva e fantasie ricorsive, ma dinamiche, che lo distanziano dallo stile statico delle animazioni “vaporwave”, genere in cui viene ingabbiato di solito dalle recensioni.

La proiezione che accompagna il concerto è fatta di giochi geometrici sulla prospettiva e fantasie ricorsive

Dopo qualcosa come 80 minuti ed un “encore” generoso, il tecnico ci lascia, sommerso da cori ed applausi. Al piano di sotto la festa continua con il già citato Felis Catus, ma la strada per il Friuli è lunga e ci si accontenta. Tirando le somme, il concerto è un cioccolatino irrinunciabile, considerando l’unica altra data praticabile al Magnolia di Milano e la praticamente totale assenza di esponenti di queste nicchie dell’elettronica nel panorama italiano, troppo legato ai figli meticci della tradizione house e dance del cambio di secolo. L’esperienza serve a ricordarci (o a farci scoprire) che i due primi LP di Com Truise sono sforzi creativi raffinatissimi, sperando di non dover raccontare malinconicamente a qualche concerto futuro di essere andati a sentirlo quando era ancora quello di “In Decay”.

Articolo di Marlene Escher (blog)