Matteo Macuglia, giovane udinese che ha studiato a Milano e ad oggi inviato per Quarto Grado su Rete 4, esce in libreria con “Il Male Dentro” edito da Rizzoli, pubblicazione che approfondisce l’omicidio dei coniugi Neumair a Bolzano. Un racconto, che ci ricorda quanto il male possa annidarsi tra le pieghe delle nostre relazioni più care, e rimanere in attesa di colpire per anni, cancellando ogni cosa in un ultimo, estremo tentativo di sopraffazione.
Matteo Macuglia
- Ciao Matteo, come mai tra i vari casi hai scelto proprio quello dei coniugi Neumair?
Letteralmente: mi è capitato. Nel mio lavoro i giornalisti vengono inviati dalla redazione su ogni caso, seguendo un criterio che cerca di assegnare ogni situazione al giornalista più adatto. Quando sono stato mandato a Bolzano era la prima volta che uscivo “da solo”, senza essere accompagnato da un reporter più anziano e più esperto di me, ma è andata bene. Il fatto che fossi così giovane mi ha permesso di entrare in confidenza sia con Benno prima (l’assassino), che con sua sorella Madé poi (colei che l’ha scoperto). D’altronde eravamo quasi coetanei. Ho dovuto imparare tanto e molto in fretta. Dopo appena una settimana che mi trovavo a Bolzano, in città sono arrivate tutte le tv nazionali e da quel momento mi sono dovuto confrontare con colleghi di ogni genere, anche con dei “veterani”.
Lavorando moltissimo, e cercando di mantenere quell’etica che deve contraddistinguere ogni giornalista quando si affaccia a storie così dolorose, posso dire che alla fine ho mantenuto un certo vantaggio sulle altre testate, facendo sì che Quarto Grado – il programma di Rete4 per il quale lavoro – desse in anteprima la gran parte delle notizie su questa storia, in particolar modo le più importanti.
- Quando hai incontrato Benno cosa hai provato? Lo descrivi come una persona all’apparenza gentile e collaborativo ma allo stesso tempo manipolatorio, nei vostri incontri hai mai provato paura o tristezza nei suoi confronti?
Sorpresa. La prima volta, quando ci siamo visti faccia a faccia, mi aspettavo una persona completamente diversa. Me lo aspettavo più alto, più muscoloso. Così come l’avevo visto nelle foto su Facebook e nei video di Youtube. All’epoca non potevo sapere che quel ragazzo non esisteva più, cancellato da un lungo periodo di disagio in Germania, culminato in un ricovero in psichiatria. Di quel primo incontro ricordo la freddezza e la gran poca voglia che sembrava avere di parlare con me. Poi c’è stata una lunga telefonata: Benno mi ha parlato per 25 minuti, descrivendomi nel dettaglio il giorno della scomparsa dei suoi genitori. Era un racconto pieno di bugie, che poi è stato anche acquisito agli atti del processo. Di quel dialogo mi aveva spiazzato l’apparente leggerezza mostrata dal ragazzo, che in un paio di occasioni sembrava quasi voler scherzare nonostante i suoi genitori fossero scomparsi da 10 giorni a quel punto e sui giornali si parlasse apertamente delle ricerche di due cadaveri.
- Il Male Dentro: sono previste presentazioni anche in Friuli-Venezia Giulia?
Certamente. Vorrei fare una data in ogni capoluogo della Regione. Credo che cominceremo da Udine, la mia città natale. Nei prossimi giorni spero di poter annunciare ufficialmente le date.
- In due righe perché “Il Male Dentro”?
Il male dentro è un titolo che si può leggere su più livelli. È una citazione di Benno, che quando confessa dice di aver ucciso suo padre (il primo a morire, seguirà la madre qualche ora dopo) perché si sentiva “male dentro” a causa di un litigio scoppiato all’improvviso tra i due. Il male dentro poi fa riferimento chiaramente a quel male che si è nascosto dentro questo ragazzo, all’apparenza uno come tanti. Il male dentro infine è quello che per i Neumair si è infilato nel luogo che pensiamo più intoccabile, quello più sacro: quello della famiglia.
La storia:
È il tardo pomeriggio del 4 gennaio 2021, quando nella tranquilla città di Bolzano si perdono le tracce di Peter Neumair e Laura Perselli. A denunciarne la scomparsa, il giorno dopo, è il figlio Benno. Da quel momento il trentenne, all’apparenza gentile e collaborativo, mette in atto un’impressionante serie di depistaggi, mentendo e manipolando. Costruisce nei giorni una sequenza di bugie, raccontate ai giornalisti così come ai suoi parenti. Bugie raccolte e smascherate anche con questa inchiesta, confluita nel fascicolo di indagine degli inquirenti. Come inviato della trasmissione Quarto Grado, Matteo Macuglia si troverà, a partire da quei primi giorni di gennaio, a seguire le tracce dei protagonisti, incontrando più volte Benno e l’altra figlia dei coniugi Neumair, Madé, e ad assistere alle ricerche dei corpi prima e al processo dopo. Una storia controversa come controverso sarà il dibattimento tra difesa e pubblici ministeri. Di questa violenta vicenda, rimangono le macerie di quanto accaduto nell’appartamento al secondo piano di via Castel Roncolo; un ergastolo che cancella ogni futuro possibile per colui che si è macchiato del più atroce dei delitti; il futuro di una figlia che prova a rifarsi una vita dopo aver perso ciò che aveva di più caro al mondo; due esistenze spazzate via, impossibili da riparare. E resta questo racconto, a ricordarci quanto il male possa annidarsi tra le pieghe delle nostre relazioni più care, e rimanere in attesa di colpire per anni, cancellando ogni cosa in un ultimo, estremo tentativo di sopraffazione.