Durante gli ultimi preparativi di “Mattotti. Primi Lavori” abbiamo incontrato la curatrice Giovanna Durì. Oltre che della mostra a Casa Cavazzini, Giovanna è anche curatrice dell’esposizione di Villa Manin “Mattotti – Sconfini”.
Il contrasto tra le due mostre è piuttosto marcato: se a Villa Manin abbiamo visto un grande nome dell’illustrazione internazionale, inarrivabile da un punto di vista artistico e della produzione, a Casa Cavazzini siamo davanti al giovane fumettista che c’era prima e vediamo esposti i bozzetti, gli schizzi e i quaderni di disegno.
Probabilmente, una giovane disegnatrice o disegnatore di fronte al Mattotti di Sconfini si potrebbe sentire scoraggiato, pensando di non poter mai raggiungere certi livelli. Visitando Casa Cavazzini, la/o stessa/o giovane sentirebbe esattamente il contrario: qui le opere sono disposte su tavoli da disegno e trasmettono l’energia e la determinazione di un fumettista agli esordi, che, come ci ha spiegato Mattotti nell’intervista che potete leggere qui, ha ricevuto molti rifiuti dagli editori, ma non si è arreso. Durante questa conversazione con Giovanna Durì cerchiamo di capire quale sia la dimensione di fumettista e illustratore proposta ai giovani studenti d’arte, illustratori o fumettisti che potranno visitare la mostra:
C’è un disegno dietro a tutti questi eventi sul fumetto e sull’illustrazione che stanno avendo luogo a Udine?
C’è un filo rosso che inizia ancora 20 anni fa al cinema Visionario. Già quella volta avevo curato alcune mostre legate all’illustrazione. Premetto che non sono un’esperta di fumetto, io sono più legata all’illustrazione. Però nel caso di Lorenzo Mattotti è inevitabile mettere le cose assieme. Lui comincia come fumettista (nel fumetto prevale una componente di narrazione) ed è chiaro che le due cose vivono in simbiosi.
Nel tempo, per una serie di coincidenze, si è creata una situazione particolare, per il fatto che Lorenzo ha vissuto per parecchio tempo a Udine (quand’era giovane e dopo in una fase più matura quando aveva 40 anni) e perché qui a Udine sono nati dal punto di vista intellettuale molti personaggi interessanti.
Vent’anni fa volevamo far diventare Udine la città dell’illustrazione, però purtroppo non avevamo i mezzi per farlo.
Queste mostre nascono da quel desiderio, e adesso vedo che anche il Comune è molto attento a questa cosa.
Una di queste coincidenze è la prossima mostra che verrà allestita in castello: “L’Offensiva di Carta”. Nonostante si basi su una donazione che è stata fatta al Comune di Udine, è stata arricchita di una parte molto interessante di fumetto contemporaneo, una parte che è stata proposta da Lorenzo Mattotti, che ha suggerito di presentare i fumettisti che hanno parlato della prima guerra mondiale in un certo modo. Sono sei autori scelti, persone che avevano disegnato indipendentemente dalla ricorrenza del centenario della guerra, proprio perché gli piaceva il soggetto.
Il fulcro di queste coincidenze è Lorenzo Mattotti: Mattotti sarebbe potuto crescere in qualsiasi città e sarebbe stato comunque lui, ma essendo cresciuto a Udine ha lasciato dei “virus” che hanno contagiato altre persone, me compresa. Mi sono innamorata di questi lavori e di conseguenza del modo di guardare temi sociali, realtà, ma anche il fantastico attraverso il disegno. Disegno come punto in cui c’è un’evasione straordinaria e soprattutto c’è sostanza. Si dice che un’immagine vale più di mille parole. Si può concentrare tutto in un’immagine, come quelle tavole sui Rom, oppure quelle dei temi sociali che sono praticamente dei pezzi di Carver. Il vecchio, non patetico, messo fuori, in una giornata abbastanza calda di agosto, con i piedi in ammollo, dice molte più cose che non un manifesto sul disagio degli anziani. Per cui in effetti si vede già che giovane aveva un occhio particolare. Poi ha lavorato per la moda, a altre cose. Anche la moda gli è servita a migliorare le tecniche per farsi un occhio su dove siamo. Non si fanno pupazzetti ma si pensa anche a quella che è la realtà circostante. Non è che la si disegni meglio se la si disegna bene come nel suo caso. Però a volte vengono rappresentate cose molto più crude che non in un lungo articolo sui disagi sociali.
In queste esposizioni c’è la proposta di una figura di illustratore impegnato?
L’illustratore è un giornalista con il pennello e la matita. Purtroppo in Italia non è molto diffusa questa professione. Nel senso che l’unica rivista che è in grado di applicare questo è l’internazionale. Perchè non prende disegni decorativi, ma mette l’illustratore allo stesso piano del giornalista. Viene assegnato all’illustratore l’articolo e il tema e poi questo lo deve sviluppare pensandoci. Come succede anche per il New Yorker. Questo in Italia è meno diffuso. Nonostante, come vedremo nella mostra “L’OFFENSIVA DI CARTA” abbiamo una tradizione di illustrazione altissima in Italia. In Francia l’hanno mantenuta negli stati uniti ce l’hanno e non l’hanno mai persa, a parte delle piccole chicche. Mi ricordo anche un’altra rivista che purtroppo non c’è più, il cui direttore era Goffredo Fofi, si chiamava “Linea d’Ombra”. Aspettavo che uscisse per andare a vedere chi aveva fatto cosa, per avere delle sorprese. Erano delle cose stampate in bianco e nero perchè non c’era neanche la possibilità di stampare a colori. il giornalista era al pari livello dell’illustratore.
Il ruolo di queste riviste è stato preso dalle pubblicazioni indipendenti e Fanzine?
Non ci sono perchè evidentemente non c’è ne l’esigenza. Questo vale anche per i video. Metto l’illustrazione e il fumetto sullo stesso piano dell’animazione. Ora le animazioni sono più semplici da realizzare. Basta un tablet per fare un’animazione interessante, al pari livello di un fumetto. Hanno la stessa dignità, struttura narrativa, e possono trattare temi sociali.
Ergersi a interpreti della realtà può sembrare molto complesso e probabilmente può spaventare. Una tale responsabilità potrebbe essere troppo pesante per dei giovani illustratori?
Probabilmente è un fatto di linguaggio. Si può fare critica facendo poesia, per esempio, pensando al neorealismo e a quello che ha dato. Per esempio pensando a quello che è stato il neorealismo, ci sono anche registi del neorealismo che hanno fatto cose brutte. Ma cos’è che rimane? Senza guardare molto indietro, facendo l’esempio della mostra “L’Offensiva di Carta Lorenzo ha proposto di esporre “, Jacques Tardi, è un fumettista che ha prodotto moltissimo sulla prima guerra mondiale. La prima reazione che ho avuto è stata negativa, è un artista il cui disegno non mi è mai piaciuto. Quando sono arrivate le tavole, quando ho letto la storia, mi sono dimenticata di tutto, sono entrata in quella storia, ho sentito i pidocchi. e adesso (da non esperta di fumetto) se mi chiedono qual è il fumetto che preferisci sulla prima guerra mondiale risponderei “Tardi”. Ed è una cosa che tenevo a distanza, perchè non era il mio linguaggio. Vuol dire che le cose superano i tempi, anche Art Spiegelman che ha fatto Maus, un capolavoro che ha vinto il premio Pulitzer oltre che altri premi. Quando lo trovavo su Linus lo saltavo sempre perchè non mi piaceva il disegno. Un giorno, non avevo altro da leggere ed era rimasto solo quel fumetto. L’ho letta e poi non vedevo l’ora di tornare a casa per tirare fuori tutti gli alti Linus per leggere la storia completa. Il racconto è bello anche se la voce è gracchiante. In questo caso, le illustrazioni di Lorenzo sono belle, ma possono dire anche cose che pugnalano. Questa è la bellezza di questo linguaggio.
Oggi Udine è la città dell’illustrazione?
Sì, ma vent’anni dopo che noi lo desideravamo. Lorenzo, io ed altri. L’entourage delle persone che conosco che fanno questo mestiere sono molto “arrivate”. Sarebbe stato bello vent’anni fa, perchè sarebbe stata un’altra cosa. Spero che oltre al “virus” che ha portato Lorenzo ce ne siano ancora altri in circolo. La nostra responsabilità sarebbe quella di lasciar fare a qualcuno di più giovane. Non sarebbe nemmeno un passaggio di testimone, perchè probabilmente cambierebbe anche il linguaggio. Ed è un bene perchè l’illustrazione e il fumetto rimane una cosa per vecchi, sterile, un’istituzione. Come tante cose che sono rimaste un’istituzione. Per esempio Lucca era un gioiello del fumetto, ora è un mercato in cui non vedi più giovani che fanno cose straordinarie che ti stupiscono. Come le stesse fiere dell’arte, non propongono più niente di nuovo. Devono venir fuori in un altro modo. Nel momento in cui iniziano a circolare i contatti e cominciano a circolare più soldi, qualcuno se ne appropria e gli eventi perdono quella freschezze e quella bellezza. Come per le sagre. Nel momento in cui devi fare lo scontrino per ritirare le patate fritte, significa che la sagra già non c’è più.
Biografia di Giovanna Durì:
Inizia come grafico editoriale nel 1979, con brevi escursioni anche in campo pubblicitario, fino a ricondurre il proprio lavoro attorno alla sua vecchia passione, il disegno, occupandosi però del disegno altrui.
Cura cataloghi e mostre per i migliori illustratori contemporanei: Lorenzo Mattotti, Gabriella Giandelli, Gianluigi Toccafondo, Guido Scarabottolo, Franco Matticchio, Giorgio Maria Griffa, Pia Valentinis, Stefano Ricci, José Munoz, Roland Topor e altri. Collabora con case editrici nazionali ed estere. Anche se non ha mai smesso di disegnare è solo dalla primavera del 2012 che espone i propri lavori e pubblica piccoli libri.
La mostra MATTOTTI. Primi lavori è prodotta dal Comune di Udine con l’ERPaC.
curatrice Giovanna Durì
co-curatrice Vania Gransinigh
Per informazioni visitare Mattotti. Primi Lavori
dal 25 febbraio al 4 giugno 2017
CASA CAVAZZINI
Orario invernale (1° ottobre – 30 aprile): da martedì a domenica, 10.30 – 17.00
Orario estivo (1° maggio – 30 settembre): da martedì a domenica, 10.30 – 19.00
Chiuso il lunedì
Via Cavour, 14 – 33100 Udine
Tel. +39 0432 1273772
[email protected]