Recensione di “Un Intervento”, replica dell’ 8 febbraio 2019, presso il Teatro Palamostre di Udine
A (Rita Maffei) e B (Gabriele Benedetti) sono due amici litigiosi, ma affiatati, e il loro rapporto rimane fondamentalmente pacifico, almeno fino a quando le loro vite non vengono sconvolte dalla questione dell’intervento bellico in Iraq. Fino ad allora infatti A era convinta che, per quanto in disaccordo su molte questioni, almeno su questa ultima, avessero entrambi gli stessi ideali.
Accade quindi che B non si presenti alla manifestazione pacifista contro l’intervento, a cui invece A partecipa, e riveli così, successivamente, la sua posizione a favore della guerra. A non si capacita e più volte insiste che B non era così prima che si fidanzasse con la persona, ritenuta da A, sbagliata.
L’intento dell’autore di “Un Intervento”, Mike Bartlett, non è di certo spostare il piano dell’azione in un’altra dimensione estranea al pubblico, ma al contrario egli vuole che partecipi e prenda una posizione. Si potrebbe provare inizialmente un po’ di imbarazzo, ma l’assenza del palco e del sipario, la naturalezza e la spontaneità degli attori insieme ai loro sguardi di intesa e agli impliciti appelli al pubblico, metteranno gli spettatori subito a loro agio; non bisogna poi dimenticare l’ambiente confortevole ed accogliente creato dalla scenografia che infonde un clima di distensione. In “Un Intervento” si ride, ma non pochi sono i momenti di amarezza, anche perché nella sala “Carmelo Bene” del teatro Palamostre si respira, durante lo spettacolo, un’atmosfera familiare, la quale richiama però anche i litigi che accadono nella sfera domestica, le quali, molto spesso, sono inconcludenti e mettono a nudo contraddizioni che si riflettono poi su larga scala.
Dal tema dell’intervento militare in Iraq, si dipartono innumerevoli conflitti. Già la gelosia di A per B è un segnale, ma poi altri risentimenti riemergono, causando l’erosione del rapporto di amicizia, che verrà, soltanto alla fine, salvato dalla dichiarazione di amore di A per B e dall’ ammissione di questi che la guerra è solo un argomento “cuscinetto” per ridurre gli attriti, ossia i conflitti individuali. Fino a quel momento, su tutti gli argomenti toccati, A e B non avevano mai trovato un terreno comune di intesa e la discussione non era stata di certo agevolata, dato che A si era presentata spesso sbronza.
Nel corso dei cinque brevi atti, gli unici aspetti, su cui entrambi possono concordare, sono la reciproca incomprensione, dettata dall’incomunicabilità di fondo (l’autore non poteva non confrontarsi con Samuel Beckett, il padre del teatro dell’assurdo) e dal disagio nei confronti di una società dalle laceranti contraddizioni.
Articolo di Gabriele Duria
Un intervento
Fabrizio Arcuri / Mike Bartlett
locandina
prima nazionale
29, 31 gennaio, 2 febbraio ore 21
30 gennaio, 1 febbraio ore 19.30
3 febbraio ore 16
Milano, Teatro dei Filodrammatici
7, 8, 14, 15, 22 febbraio ore 21
9, 16, 21, 23 febbraio ore 19
Teatro Contatto
Udine, Teatro Palamostre, Sala Carmelo Bene
Il 9 febbraio, al termine dello spettacolo, Fabrizio Arcuri, Rita Maffei e Gabriele Benedetti incontrano il pubblico. Conduce Fabrizia Maggi
27 febbraio ore 21
Cervignano, Teatro Pasolini