L’Ordine delle Cose è il film di Andrea Segre presentato quest’anno a Venezia. Abbiamo preferito vederlo alla presentazione dell’11 settembre al Visionario di Udine.
Il film nasce da un progetto vecchio di circa 3 anni, un tentativo ben riuscito di prevedere il futuro della situazione socio-politica internazionale, in collaborazione con Banca Etica. Andrea Segre, dopo aver deciso di conoscere l’ambiente dei funzionari addetti all’interruzione dell’immigrazione irregolare, immagina un possibile scenario futuro per inserirlo in un suo film. Arrivato al momento della presentazione del lavoro, la realtà raggiunge l’immaginazione e i telegiornali rivelano quello che Segre voleva anticipare.
Il governo Italiano tratta con i detentori del potere in Libia, con chi controlla i flussi migratori. Ma chi è l’incaricato per questo “lavoro sporco”? Chi sono queste persone che lavorano con il massimo livello di segretezza?
L’incaricato, in questo caso, nel film, è Corrado. Corrado è l’incarnazione di una serie di alti funzionari dello stato incontrati segretamente da Segre durante gli anni di ricerca, interpretato da Paolo Pierobon.
Corrado si trova tra l’incudine e il martello, da una parte il politico italiano al governo che deve diminuire il numero di sbarchi prima delle elezioni, dall’altra la Libia nella crisi di potere. Il personaggio è sviluppato a tutto tondo: c’è l’ossessione per l’ordine [delle cose], ci sono i rapporti interpersonali tra i colleghi e le rispettive famiglie, il passato da atleta olimpionico, ma soprattutto la compassione per il prossimo.
Durante un’ ispezione in un centro di detenzione in Libia, Corrado incontra lo sguardo di una ragazza. Lei capisce che Corrado è italiano e gli consegna un messaggio per suo zio, che si trova a Roma. In quel momento la ragazza non è più una dei tanti, non è più un numero, ma diventa una persona. In quel momento, per Corrado, iniziano i problemi.
Di cui non parleremo qui.
Segre vuole assicurarsi l’attenzione del pubblico. Come spiega dopo la proiezione, il film ha una struttura da spy story: Corrado è un agente segreto e deve svolgere una missione con un dilemma etico, con tutte le conseguenze narrative del caso, la suspense, la tensione etc; come se non bastasse “L’Ordine delle Cose” è anche un film che diverte, non ci sono momenti morti e le scene più riflessive si adattano ai ritmi dello spettatore. Battiston è inserito abilmente in alternanza alle scene drammatiche, in modo da portare sollievo con la sua comicità.
Il bello degli incontri con i registi è che rivelano quei dettagli nascosti con cui vogliono strizzare l’occhio agli spettatori più attenti. In questo caso Segre ha inserito una citazione di un grande classico del cinema e ha inserito un particolare nel centro di detenzione che rivela che la scena non è stata girata in Libia. In realtà nessuna scena è stata girata in Libia, per una serie di “condizioni politiche e sociali sfavorevoli”.
Oltre a queste due chicche c’è anche un saluto di Battiston a Udine che regalerà un brividino a tutti i nostri lettori.
Per approfondire i temi trattati è stato attivato un sito: L’ Ordine delle Cose con l’intenzione di raccogliere proposte per la soluzione del rompicapo sociale che si sta vivendo sulle coste del Mediterraneo. Dopo la visione del film si consiglia la lettura del phamplet scaricabile.