1. LE PAROLE SONO IMPORTANTI
L’Italia è un Paese meraviglioso perché tutte le sue regioni sono diverse tra loro da più di un punto di vista. Oltre a questo, tutti gli italiani sono ignoranti come capre in geografia, perciò il 99% dei fuorisede non conosce le caratteristiche socio-geografiche del Friuli Venezia Giulia. Quando parlerai con un autoctono, evita di dire “voi friulani”: abiti in una regione a sua volta divisa in regioni per quanto riguarda lingua, tradizioni e sentimento di appartenenza, perciò non confondere friulani, bisiachi, carnici e adesso basta perché sono una fuorisede anch’io e sto sudando.
2. GHOST
Se sei stato il minore tra cugini e fratelli, avrai sicuramente subito il gioco crudele in cui gli altri decidevano di comune accordo di far finta che tu non ci fossi, facendoti dubitare della tua esistenza. Bene, se avrai molti compagni di corso o di lavoro autoctoni rivivrai l’incubo. Già, perché all’inizio della conoscenza (che può durare per sempre) l’autoctono tenderà a non salutarti, a guardarti come se non ti avesse mai visto e a non parlarti. Poi, un giorno, deciderà che hai superato il test, e allora sarà la persona più gentile di questo mondo.
3. MANDI e COMBINARE
Come anticipato al punto 1, nel Friuli-Venezia Giulia si parla una serie di lingue e/o dialetti, tra cui il friulano. Il friulano è riconosciuto e tutelato come minoranza linguistica storica dalla legge 482/99, perciò è insegnato nelle scuole e può essere usato nei documenti istituzionali accanto all’italiano. Nei tuoi anni a Udine non imparerai né a capirlo né a parlarlo, fatta eccezioni per un paio di espressioni: mandi e combinare.
Mandi è il saluto del vero friulano che arriva o che se ne va, ma anche la didascalia più usata per la foto di Instagram di Piazza della Libertà quando finisci la triennale.
Combinare è un verbo che i friulani usano nell’accezione di “riuscire a fare”: quando dietro di te si formerà una fila abbastanza irritata perché starai cercando di pagare la spesa con le monete che terrai nel palmo della mano, la cassiera autoctona ti chiederà: <<Combini?>>.
4. MONSONI
A Udine piove talmente spesso che la città è chiamata “il pisciatoio d’Italia”. Quello che un fuorisede non si aspetta è che a Udine non piove mai in modo normale: la pioggia a Udine arriva all’improvviso, anche in un giornata di pieno sole, e lo fa con una furia biblica. É sempre come essere in Erasmus in Indocina.
5. APERITIVI AMARI
Il Friuli-Venezia Giulia è una regione nota per i suoi vini. A Udine è tradizione godersi il momento dell’aperitivo in locali e osterie tipiche con un tajut, cioè un calice di vino. Tutto molto bello, se non fosse che quasi tutti questi luoghi di ritrovo e folklore si affacciano sui marciapiedi delle vie del centro, che sia in tarda mattinata che nel tardo pomeriggio vengono invasi dai loro avventori, costringendo il fuorisede con le buste della spesa ad arrancare fino a casa a gomitate. Lo stesso fuorisede che imparerà che l’aperitivo a Udine non prevede cibo all’infuori di tre patatine che immancabilmente cadranno sui tavolini barcollanti di Piazza San Giacomo.
6. EPPUR SI MUOVE
Udine è una città tranquilla. Riesce a offrire sia le comodità delle grandi città, dove tutto è a portata di mano, che l’atmosfera familiare dei piccoli borghi. Se vuoi uscire a divertirti e conoscere gente la sera, però, non è il posto giusto: i locali abbassano presto le serrande e, ovviamente, dopo il tramonto l’autoctono si chiude come una gazania. Nonostante ciò, non fare l’errore di pensare che Udine sia un mortorio: è una città molto viva dal punto di vista culturale e ha diversi cinema e teatri. Gli eventi ci sono, sta a te spulciare per bene i volantini che trovi nei bar e nelle librerie e, ovviamente, i social.
Questa lista è ovviamente incompleta e dipende dalle esperienze personali di ognuno. Qual è stata la tua esperienza? Hai altre stranezze da aggiungere al nostro elenco? Scrivicelo nei commenti!
Articolo di Sara Latorre