In occasione dei 40 anni di attività del Centro Pompidou, in una programmazione speciale per l’anniversario, è stata organizzata una grande retrospettiva su uno dei più grandi fotografi americani del XX secolo: Walker Evans.
L’esposizione presenta circa 400 documenti tra fotografie – dai prima scatti degli anni Venti alle Polaroid dei Settanta – e oggetti dalla collezione privata dell’artista.
Un percorso espositivo chiaro e ben esemplificato accompagna gli spettatori attraverso una divisione tematica delle sezioni. Una visita che merita di essere fatta dal momento che il biglietto d’ingresso al Centro comprende questa e le altre esposizioni temporanee presenti.
Walker Evans al Centro Pompidou
Galerie 2 – Level 6
26 Aprile – 14 Agosto 2017
Walker Evans (1903 – 1975) fu uno dei più importanti fotografi americani del XX secolo, ricordato per aver utilizzato uno “stile documentario” per realizzare una fotografia non documentaria.
In occasione dei 40 anni d’attività del Centro Pompidou, all’interno di una speciale programmazione, prende vita la maggiore retrospettiva mai organizzata in un museo francese.
L’esposizione ripercorre l’intera carriera del fotografo: dai primi scatti degli anni Venti, sino ad arrivare alle colorate Polaroid del 1970. Con più di quattrocento documenti, tra fotografie e oggetti dalla collezione personale di Evans, la retrospettiva ruota attorno al termine “vernacolare” prima come soggetto delle fotografie e poi metodo di lavoro.
«Vernacolare è ogni immagine o oggetto che nasce per servire a funzioni utilitarie, senza alcuna volontà d’arte o di stile, ma che viene successivamente ri-visto come tipico di un’epoca storica, di una condizione sociale, di un atteggiamento verso il mondo» è con queste parole di Clément Cheroux che ci si deve avvicinare al lavoro del fotografo. Dal 1930 in avanti, la maggior parte dei suoi lavori hanno il vernacolare come soggetto; gli spazi da lui esplorati sono poco frequentati: le vie principali di piccoli paesi, i marciapiedi con i loro segnali e le finestre dei negozi di periferia. Coloro che popolano le sue fotografie non sono mai famosi, ma sconosciuti senza nome. Sin dall’infanzia il fotografo collezionò cartoline, stampe effimere e pagine di giornale (alcuni di questi esposti in appositi spazi del percorso espositivo), i soggetti dei quali corrisposero spesso a ciò che lui stesso fotografò: finestre di negozi, monumenti, porte, chiede etc.
Nel 1931 Evans, partito per il New England con Lincoln Kirstein – alcune delle sue fotografie sono esposte assieme a quelle della collega Berenice Abbott – rimase affascinato dalla cultura vernacolare, e il fotografo iniziò a sparire dietro il suo soggetto: il paradosso per lui fu l’utilizzare oggetti non artistici per i suoi progetti d’arte.
All’interno dell’esposizione non sono ovviamente esposte solamente immagini vernacolari nonostante siano il punto cruciale della retrospettiva, ma troviamo anche il frutto della collaborazione con la Farm Security Administration (FSA), fondata con lo scopo di documentare la recessione agricola dilagata in America dopo il crollo di Wall Street nel 1929.
Le opere selezionate per la mostra parigina provengono dalle più importanti istituzioni americane: dal Metropolitan Museum al Museum of Modern Art di New York, al Paul Getty Museum di Los Angeles etc. Queste sono organizzate in un percorso diviso in precise sezioni – ognuna introdotta da una spiega essenziale ma molto esplicativa (in doppia lingua francese e inglese) – che forniscono una chiave di lettura non cronologica ma bensì tematica.
Si tratta in conclusione di una retrospettiva ben strutturata e ricca di documenti, all’altezza del luogo in cui sono esposti. Da non perdere – in programma fino al 3 Luglio – una volta entrati al Centro Pompidou anche l’esposizione alla Galerie 4 “Mutation/Créations” comprendente tre differenti esibizioni sul tema dell’innovazione e della scienza.
Articolo di Giulia Polloni
Centre Pompidou – Paris
WALKER EVANS
GALERIE 2, LEVEL 6
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@centrepompidou
WALKER EVANS
26 Aprile 2017 / 14 Agosto 2017