Definizione di Pop Art: movimento artistico che nasce negli anni ’50 del 1900 e che definisce ed identifica un’arte che parla un linguaggio a tutti conosciuto. Nell’era del consumismo, si esprime come i mass media, la pubblicità, la televisione e il cinema, un linguaggio fatto di immagini. La Pop Art, però, utilizza svariate tecniche e modalità di espressione. Fotografia, collage e assemblages, sculture in gesso e gesti teatrali, cortometraggi, stampe, oggetti. Il tema principale affrontato dalla Pop Art è è il problema della riproducibilità dell’arte nell’epoca industriale, sul come può, l’arte, mantenere un suo carattere esclusivo, o se al contrario è in grado di sposare la realtà consumistica e coniugarla con il proprio linguaggio. Da un lato la creazione artistica diventa meccanica, di contro si recuperano i principi delle principali avanguardie del Novecento: le pungenti provocazioni del dadaismo che per primo mescolò arte e realtà, al Cubismo con l’utilizzo del collage, fino agli happening o gesti teatrali, in cui l’artista crea l’opera d’arte direttamente davanti agli spettatori, lasciando spazio all’improvvisazione. Il primo esempio di Pop Art viene realizzato dal pittore britannico R. Hamilton nel 1957, mentre i capiscuola negli Stati Uniti sono J. Johns e R. Rauschenberg.
Sicuramente uno dei massimi esponenti di questo movimento artistico è Andy Warhol, pseudonimo di Andy Warhola, americano figlio di immigrati slovacchi di etnia Rumena, nato nel 1928, non solo artista ma anche scultore, cinematografo, sceneggiatore, produttore, regista. Egli ha trasformato l’opera d’arte da oggetto unico a una riproduzione in serie, come un prodotto acquistabile sugli scaffali dei supermercati; basti pensare ai barattoli di zuppa della Campbell. In questo modo vuole esprimere il suo pensiero secondo cui il linguaggio artistico si è fuso con l’espressione pubblicitaria, in questo modo i gusti del pubblico si sono uniformati e standardizzati. Il dilemma tra mantenere l’unicità dell’arte o renderla oggettiva e inespressiva si dichiara nell’espressione artistica di Warhol: eliminare l’auralità dell’opera d’arte è un processo facile e veloce e un oggetto d’arte può essere prodotto in maniera seriale e meccanica come un prodotto alimentare in scatola.
La sua arte non ha un senso estetico ma registra le immagini più note e simboliche della cultura di quel periodo e le rappresenta. Non ha significati nascosti o profondi messaggi l’arte di Warhol, vuole solo rappresentare il mondo circostante fatto di immagini e icone visive. Dietro l’impersonalità della copia e della serigrafia si nasconde, però, anche un certo estro artigianale e un aspetto laboratoriale, tramite la creazione delle Factory, luoghi creativi dove i collaboratori dell’artista producono. Per Warhol, tutto inizia con la fotografia, il suo primo lavoro è infatti il grafico pubblicitario e approderà poi, alla tecnica che esprime nella maniera più schietta la serialità: la serigrafia.
Per Warhol, “la Pop art è amare le cose”, pertanto l’unica necessità è quella di rappresentarle per come sono. Così la Campbell’s Soup o i Brillo Boxes vengono manifestati allo spettatore nella loro realtà di icone del contemporaneo, monumentalizzazioni del quotidiano considerato come processo seriale.
Le mie immagini rappresentano i prodotti brutalmente impersonali e gli oggetti chiassosamente materialistici che sono le fondamenta dell’America d’oggi. E’ una materializzazione di tutto ciò che si può comprare e vendere, dei simboli concreti ma effimeri che ci fanno vivere.
Con la Pop Art molti concetti artistici vengono sconvolti, come sopradescritto, l’unicità dell’opera d’arte, il suo valore estetico e il suo valore recondito. L’arte che non è più una concezione distaccata dalla realtà fatta di ammirazione e contemplazione ma diventa mera rappresentazione oggettiva della realtà. Così come l’industria e le fabbriche portano all’allontanamento dall’artigianato e dall’hand made, intesi come ricerca personale di un’espressione interiore tramite la creazione di oggetti altamente ricchi di connotazioni distintive dell’artista, così la Pop Art esprime una produzione seriale e oggettiva che ha il solo compito di mostrare al proprio pubblico come è la realtà consumistica dell’epoca.
Potete approfondire un altro artista Pop, posteriore a Warhol, poiché nato nel 1955, e che ha un modo di esprimersi Pop molto kitch, illustrando il mondo statunitense consumistico in maniera molto ironica. Si tratta di Jeff Koons.
Per il prossimo nostro appuntamento, invece, vorremmo continuare il percorso seguendo il filo dell’interazione tra l’arte e l’ambiente urbano toccata con la Street Art e il legame con la cultura contemporanea toccato con la Pop Art che, in questo caso, diverrà contrasto. Ci riferiamo alla Land Art.