Siamo stati a visitare per voi “La Trentennale”, la mostra personale di Silvano Spessot esposta nella chiesa di San Francesco a Udine dal 9 febbraio al 2 aprile.
L’esposizione consiste in circa 50 opere di grandi dimensioni, tra dipinti e sculture datate dal 1984 al 2017, che provengono da collezioni private e dallo studio dell’artista stesso.
Con questo gruppo di opere, che coprono un arco di tempo di oltre trent’anni, Spessot mette in luce tutti gli aspetti creativi ed esecutivi del suo lavoro da cui emergono essenzialmente tre campi d’azione: il primo estetico, il secondo tecnico e, infine, quello filosofico. Il primo, l’aspetto estetico, è piuttosto immediato grazie alla ricerca della perfezione formale, dell’armonia delle composizioni e degli accostamenti cromatici, che posseggono una potenza ipnotica capace di catturare l’attenzione regalando totale piacevolezza e godimento nell’osservazione. Dall’osservazione si passa alla considerazione delle tecniche e dei materiali impiegati, le prime logicamente assoggettate ai secondi, che sono molteplici e vari: dai metalli, corten per le grandi sculture e preziosi per i gioielli, in entrambi casi a volte arricchiti con vetri colorati o smalti, fino ai pigmenti di varia natura posti abbondantemente sulle superfici, tele o tavole indifferentemente, ed elaborati come materia da scolpire, meglio dire modellati.
Da queste opere e dai soggetti che le compongono, emergono i temi amati dall’artista friulano, ovvero la condizione umana povera di individualità, quella collettiva e massificatrice, la società attuale dominata dall’esercizio del potere di pochi. Si tratta, dunque, di una fotografia della nostra attualità.
Le opere di Spessot sono fortemente mediatiche e si servono dell’estetica e della gradevolezza per comunicare con ogni genere di pubblico; tuttavia bisogna addentrarsi nell’opera per comprenderne appieno il significato. Solo così, infatti, ci si accorgerà che i colori e le forme denotano un amore per l’essenziale, assieme ad un invito alla definizione mentale dei dettagli. Spesso, inoltre, ricorrono forme geometriche, inserite o no in paesaggi più complessi, che condizionano i personaggi, anche sovrapponendosi ad essi. In questo caso, dunque, emerge la sensazione di restrizione della libertà e di pensiero controllato o, addirittura, direzionato.
Si può, infine, affermare che il fil rouge, il messaggio comune a tutte le opere esposte in mostra, sia quello che l’umanità è in continua evoluzione e ogni singolo uomo è responsabile del progresso civile e culturale della società.
Correda la mostra un esaustivo catalogo che contiene le riproduzioni delle opere, una biografia completa dell’artista e il testo critico di Giovanna Barbero.
La mostra è promossa e patrocinata da Comune e Civici Musei di Udine, Regione Friuli e dall’Associazione Culturale Ermes di Colloredo.
articolo di Lorenzo Coppola
Dal 9 febbraio al 2 aprile 2018
ORARI DI APERTURA
Giovedì 16.00 – 19.00
Venerdì – sabato – domenica 10.00 – 12.00 / 16.00 – 19.00
Ogni venerdì dalle 17.00 alle 19.00 l’artista sarà presente presso la mostra.
Per informazioni e appuntamenti: Cell. +39 340 4920742