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La Fine del Nuovo è una mostra d’arte contemporanea itinerante, concepita da Neo Associazione come un grosso volume diviso in 16 capitoli corrispondenti ad altrettanti palazzi e siti, lunga un anno – dal 21.05.2016 al 21.05.2017 – riallestita, sempre diversa, in città italiane e straniere. 80 artisti, 400 opere, che riflettono sul concetto di Nuovo nell’arte contemporanea in relazione agli aspetti socio-politici-economici del nostro tempo.
Dopo Villa Manin, Villa Otellio-Savorgnan, Cividale, lo SMO di s. Pietro al Natisone, Lerici e S.Terenzo in Liguria, Pordenone e Gorizia, La Fine del Nuovo arriva a Udine, a Palazzo Morpurgo e al Teatro Nuovo Giovanni da Udine con 8 artisti italiani e internazionali: Luca Armigero, Stefano Boccalini, Alen Floricic, Andreja Kuluncic, Oliver Ressler, Stefano Serretta, Jemima Stehli, Clemens Wilhelm.

La mostra in Palazzo Morpurgo sarà aperta al pubblico dal 17.12.2016 al 15.1.2016 e sarà visitabile ad ingresso gratuito, dal giovedì alla domenica dalle 16.00 alle 19.00, la domenica anche dalle 11.00 alle 13.00. Delle visite guidate saranno organizzate giovedì 12 e domenica 15 gennaio alle ore 17.00.

Constraint Magazine ha intervistato l’ artista originario di Genova Stefano Serretta (leggi la sua biografia qui).

Che cos’è per te “la fine del nuovo”?

Una declinazione di “fine del nuovo” può essere rintracciata nella fine della distinzione tra l’evento e la sua mediazione. Dal 2001 ad oggi, anzi dall’89 ad oggi, contrariamente a chi parlava di “fine della Storia”, la Storia è continuata, gravida di accadimenti. La sua ricezione oggi però è diversa: si cerca sempre di più di arginare la possibilità dell’evento, tentando di anticiparlo o rincorrerlo, rendendo confusa e incerta la distinzione tra real-time e il tempo reale, il nuovo, il presente.

Stefano Serretta Landscape, di Stefano Serretta 2016 fotografia C-Print Foto di Alessia Pagotto

Stefano Serretta
Landscape, di Stefano Serretta 2016
fotografia
C-Print
Foto di Alessia Pagotto

Come descriveresti la tua ricerca artistica in breve?

Ad oggi descriverei la mia ricerca come una serie di operazioni di “voyeurismo analitico”, tentativi di emulsionare e fissare due (o più) dimensioni che possono coesistere sovrapporsi ma non mescolarsi completamente. Diciamo che la mia ricerca analizza un presente, ma non questo.

Descrivi cos’è per te l’arte in una frase. E in due frasi?

Una frode ben confezionata, una bugia che ci sopravvive.

Su cosa stai lavorando ora? Quale sarà la tua prossima esposizione?

Il 17 gennaio presso Triennale di Milano inaugura la collettiva The Great Learning curata da Marco Scotini in occasione dei dieci anni di istituzione del Biennio Specialistico di Visual Arts and Curatorial Studies. A fine gennaio sarò ad Arte Fiera a Bologna con la Galleria Placentia Arte, sempre in quei giorni e sempre a Bologna inaugurerà presso lo spazio indipendente Adiacenze Make People Smile, un progetto realizzato a quattro mani con l’artista Marco Ceroni.

Chi o cosa ti ispira nel tuo lavoro?

Tutto quello che mi attrae morbosamente, per cui nutro un interesse al di là della semplice fascinazione, che mi obblighi a fare un passo oltre la posizione di spettatore.

Qual è stata l’esperienza più importante nel tuo percorso artistico?

Un percorso ha senso visto nel suo insieme ma gli incontri al crocevia e gli scambi ne sono forse la parte fondamentale. I rapporti e i legami che si creano, la condivisione. Le esperienze più significative sono quelle che attraversano il vissuto quotidiano.

Stefano Serretta Black Standard, di Stefano Serretta 2015 pittura acrilico su cotone Foto di Alessia Pagotto

Stefano Serretta
Black Standard, di Stefano Serretta 2015
pittura
acrilico su cotone
Foto di Alessia Pagotto

Stefano Serretta – biografia
Stefano Serretta (Genova, 1987) vive e lavora a Milano. Dopo gli studi in Storia Moderna e Contemporanea ha frequentato il biennio specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA Nuova Accademia di Belle Arti. La sua ricerca esplora i sistemi di credenze della società di oggi. Utilizza referenze che spaziano dalla cultura pop all’iconografia religiosa, mescolando metodologie di ricerca storiografica e strategie comunicative. In bilico tra analisi e voyeurismo, il suo lavoro mette in luce i lati contraddittori e schizofrenici di un presente post ideologico. Tra le mostre recenti: Camouflage, Studi Festival, Milano; Spread the Word, Farmacia Wurmkos, Sesto San Giovanni; Maybe we are the waves, GlogauAIR, Berlino; Adventure Time is Over, Almanac Torino; Away, casa privata, Monza; Generation Y, Palazzo Ducale, Genova; Anni Zero, Galleria BluorG, Bari.

La Fine del Nuovo cap IX
Palazzo Morpurgo
dal 17.12.2016 al 15.1.2016
ingresso gratuito
dal giovedì alla domenica
16.00 alle 19.00
domenica anche dalle 11.00 alle 13.00.

Visite guidate giovedì 12 e domenica 15 gennaio alle ore 17.00.

La Fine del Nuovo cap X
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
dal 17.12.2016 al 15.1.2016
visitabile durante gli orari degli spettacoli.