Chi ha tra i 25 e 30 anni sa che via Manin per un periodo è stata viva: un punto d’incontro immancabile per studenti delle superiori e universitari.
Parliamo del periodo del 3jolie, dell’osteria numero 8, dell’angolo della fondazione Friuli, delle birre ai piombi e delle tante amicizie nate tra i ciottoli di questa via di Udine.
Ma quanto la conosciamo realmente?
Partiamo innanzitutto da come nasce: la sua storia ha inizio tra il Duecento e il Trecento lungo la base del colle del castello. A metà del Quattrocento la strada inizia a prendere il nome di San Bartolomeo tanto che il 24 agosto 1452 (quarant’anni prima della scoperta dell’America) la famiglia Gubertini consacra la chiesa dedicata al santo.
Oggi il luogo di culto non c’è più poichè sconsacrato nel 1813 e venduto a privati che ne ristrutturarono la facciata e ne aumentarono la cubatura.
E indovinate un po’ : avete presente quella scalinata che precede porta Manin? Quella che sembra un po’ richiamare i piccoli vicoli croati o greci?
Quella è niente meno che la salita San Bartolomio che ha mantenuto il nome e in buona parte anche la struttura originaria. Il suo nome lo deve alla torre vicina quella che tutti noi chiamiamo Porta Manin ma che invece è proprio Torre San Bartolomio!
Proseguendo lungo la via incontriamo il palazzo dei Piombi, ma quanti di noi sanno che il palazzo dei Piombi in realtà si chiama Casa Susanna Emporio Viezzi?
L’Emporio Viezzi viene edificato nel 1907 dalla ditta Tonini, uno splendido esempio di Art Nouveau a Udine. Le figure femminili che troviamo sulla cima, di cui in pochi probabilmente sanno riconoscerne i volti, raffigurano Valentina, Giovanna e Romualda Tonini.
In questo edificio sono presenti numerosi elementi decorativi come il mercurio che testimonia la presenza commerciale di varie attività: l’Emporio della famiglia Viezzi, il negozio di Plinio Calligaris e la drogheria Sparavier. L’ampio uso di ferro e vetro sulla facciata gli regala subito il nome di “Casa di Cristallo” che, ad oggi, conosciamo come il palazzo dei Piombi dove difficilmente un udinese non ha mai messo piede per bere una birra o mangiare un panino!
I Piombi rappresentano per la cittadinanza udinese non solo un locale storico ma un luogo secolare che, già sul finire dell’Ottocento gestito da Cosimo Pinto, viene descritto come luogo pittoresco frequentato da lavoratori a giornata e da borghesi decaduti.
Si racconta che l’osteria ai Piombi nel corso del tempo divenne sinonimo di “sottosuolo udinese”. La ragione risale al carnevale del 1904, anno a cui viene associata la stesura del componimento “Une visite ai piombi” di Romeo Battistig, che celebra alcune figure assidue frequentatrici del luogo.
L’avventore, si racconta, immergendosi in questa realtà poteva trovare facilmente risse, lasciare le sue impronte sul lordume a terra e vagare tra i tavoli tra un misto di puzza e fumo tale da creare capogiri. Un vero e proprio sottosuolo, per l’appunto.
Quella che vi abbiamo raccontato oggi è solo una piccola parte della storia che questo angolo del centro cittadino racchiude e custodisce.
Per scoprire altre curiosità su questo ed altri luoghi di Udine continuate a seguirci!