Aspettando Blu Box After Contatto…
Alle 23.00 di questo sabato 24 febbraio i neon del foyer del Palamostre si coloreranno di blu. Dopo la performance di Barbara Berti, Bau#2, sulla consolle inizieranno a suonare vinili funk, soul, disco.
Ad aprire la prima serata di Blu Box After Contatto: Brucaliff.
Scopriamo un po’ di più di questo selecter friulano che ha girato l’Italia e cerchiamo di capire il perché del nome Brucaliff!
Partiamo dall’inizio: com’è nata e com’è cresciuta la passione per la black music? Come sei arrivato al progetto Brucaliff?
La mia passione per la black music è nata in casa, perché i miei genitori, fin da bambino, in particolare mia madre, mi facevano ascoltare pezzi di musicisti neri come James Brown, Aretha Franklin, Joe Tex e molti altri.
Ho avuto un’infarinatura iniziale molto funk, soul, e nel tempo poi ho virato e mi sono legato ad una sottocultura inglese, i Mods. Attraverso questa ho iniziato ad interessarmi al collezionismo dei vinili, partecipando a feste ed eventi di questo movimento, informandomi semplicemente ascoltando, chiedendo curiosità ad esponenti del movimento che ne sapevano ovviamente molto più di me: avevo un specie di archivio a mia disposizione pronto da consultare.
Da qui in poi il mio interesse è cresciuto molto, fino poi ad interessarmi a vari sottogeneri, vivi in me quotidianamente, come ad esempio l’Afrobeat e il Northern Soul, genere legato fortemente al ballo, in cui, anche se non si direbbe, mi diletto ogni tanto.
Quali sono stati i punti di passaggio della tua carriera di selecter?
Ho iniziato nel 2008 ad avvicinarmi alla cultura Mod che poi è confluita nella creazione della mia serata Nord East Soul, nome che allude alla posizione geografica dove risiedo e prende spunto, come il nome richiama, dal Northern Soul. Nella grafica dell’evento tutto questo era scritto con i caratteri della Innocenti, della Lambretta, Vespa, che nella cultura Mod, di inizio anni ‘60 a Londra, erano i mezzi di trasporto per eccellenza.
Avendo vissuto tutta la mia vita in provincia, in quel momento mi sentivo parte di un qualcosa, perché nella zona dove abitavo fino a quel momento non c’era nessuna cultura Mod e tantomeno soul, ma avendo a disposizione un circolo che mi ha dato man forte, il circolo culturale Edera, a Codroipo fino al 2011, sono riuscito a portare in provincia la mia serata, il pubblico, i vari selecter che avevo conosciuto in giro per l’Italia. In quel periodo io e tutti questi selecter ci spostavamo spesso. Facevo i chilometri nei fine settimana, mi spostavo in tutto il nord Italia: Milano, Torino, dove c’era e c’è una grande scena Mod, Ravenna, Rovigo, Padova, ecc.
Il mio percorso è stato legato sia a questa serata, che a tutta la scena Mod fino al 2012/13, successivamente ho deciso di uscire da questo movimento perché non mi sentivo più legato soprattutto per la questione dell’abbigliamento, avendo i Mod dei connotati ben precisi, non mi sono più sentito quindi di farne parte.
Il progetto Brucaliff invece è nato nel 2015. Vi racconto un aneddoto per spiegarvi com’è nato questo nome.
Essendo una persona in notevole sovrappeso, quando mi sento di raccontare qualcosa o semplicemente quando interagisco con qualcuno tendo un po’ a stravaccarmi, tendo a mettermi comodo. Ero nel mio vecchio appartamento, disteso sul divano e stavo fumando. Un amico del mio coinquilino era venuto a trovarci dall’Australia e così in una nuvola di fumo sono apparso in canottiera e mutande su questo divano e lui guardandomi mi ha detto: “guarda che Brucaliffo!” e dato che ero in cerca di un nome per il mio progetto, ho scelto Brucaliff, togliendo la “o” finale.
In questo progetto le mie selezioni sono un percorso. Parto solitamente con del Rhythm ‘n’ blues, fine ‘50, ‘60, piano piano mi sposto sul Soul classico, come Aretha Franklin, artisti un po’ più commerciali, ma di cui seleziono dischi e brani meno mainstream. Infine mi sposto sul Northern Soul, una versione hardcore del Soul, i bpm aumentano, fino a spostarmi sul Funk, oppure se la cosa diventa danzereccia parto con la Dance music di qualità.
Ci puoi raccontare in breve che cos’è il movimento Mod ed il Northern Soul?
Il movimento Mod è una sottocultura che nasce alla fine degli anni ‘50, primi ‘60 in Inghilterra, quindi nel secondo dopoguerra quando iniziava il boom economico. Il termine deriva da Modernist e precisamente da Modern Jazz, genere musicale che ascoltavano a fianco di tutta la musica nera. Musica nera, ma anche gruppi di musicisti bianchi che imitavano i gruppi neri, mantenendo comunque una propria identità musicale.
Una delle cose belle di questo movimento è l’essere stato trasversale, nel senso che non per forza era circoscritto a persone dotate di ampie capacità economiche, per quanto lo si potrebbe pensare guardando agli abiti eleganti che indossavano. All’epoca farsi fare dei vestiti di sartoria non era così dispendioso come lo è adesso. Non si riusciva quindi a riconoscere una persona della upper-class da una della lower o middle-class.
Si muovevano con mezzi che per l’epoca erano assolutamente moderni, tecnologici ed il massimo della funzionalità: la Vespa e la Lambretta. Infatti uno degli aforismi più famosi era “Adopt Adapt Improve” (adotta, adatta, migliora).
Parlando invece di dettagli legati all’abbigliamento ti posso dire che erano molto legati a marchi come la Fred Perry, John Medley’s, oppure molti marchi italiani come Gabicci. Portavano i capelli molto ordinati, sempre la barba fatta.
Qui di seguito un breve documentario per capire meglio la sottocultura Mod.
Il Northern Soul invece è un genere legato al ballo che nell’Inghilterra della metà degli anni ‘70 coinvolgeva i ragazzi della workin’ class, che nei fine settimana potevano andare in locali come il Torch, il Wigan Casino ed il Blackpool Mecca, dove questo genere è nato, a sfogare le frustrazioni della settimana lavorativa, anche facendo largo uso di droghe di vario genere.
Il Northern Soul è l’unico genere musicale che prende il nome non dal luogo dove nasceva artisticamente, ma dai luoghi dove veniva ascoltato e ballato, ovvero le città del nord dell’Inghilterra.
Per quanto riguarda il ballo, il Northern Soul anticipa un po’ alcuni movimenti della Break dance, che ne è diretta erede. Qui sotto vi ho consigliato un video per capirci un po’ di più, dato che spiegare il ballo a parole diventa parecchio complicato.
Ultimamente è tornato di moda in Inghilterra attraverso una selecter, Levanna McLean, che ha una forte passione per il Northern Soul ed ha ballato anche in un video di Pharrell Williams ballando proprio questo genere. Anche Gucci ha fatto un video utilizzando proprio questo genere di ballo. Per quanto mi faccia piacere che continui a vivere attivamente anche attraverso questi canali, spero rimanga, com’è sempre stato, underground.
Nei tuoi set utilizzi vinili ed ultimamente molte persone si sono riavvicinate a questo supporto, o per moda, o per curiosità, o perché influenzate da qualche genitore che in casa ne aveva qualcuno. Come mai utilizzi i vinili e cosa ne pensi di questo riavvicinamento da parte del pubblico?
Sicuramente sono stato affascinato sin da bambino da questo supporto musicale, ma ti dico la verità, nella prima parte dell’adolescenza non l’ho considerato, poi piano piano, sia perché mio padre ha una bella collezione personale, a cui io non posso accedere in nessun modo, sia perché, essendo lui un programmatore, un radioamatore, avendo sempre avuto in casa registratori e simili, sono stato stimolato ad avvicinarmi a questo mondo. Inoltre suonando e avendo fatto parte fin da ragazzo di gruppi soul, funk, rock, a seconda delle ondate che ci influenzavano, ho sempre avuto a che fare con mondi direttamente coinvolti o vicini al vinile.
Poi sicuramente la mia passione per il vinile è stata amplificata dai Mods. Molti di loro sono dei collezionisti, che in breve mi hanno trasmesso la smania di andare nei mercatini a spulciare, a scoprire dischi cercando di spuntarla sul prezzo, oppure la passione di scoprire dischi sui vari siti di vendita online. È sicuramente un qualcosa di ludico, ma ti crea una bella adrenalina quando scopri qualcosa di nuovo o che cercavi da tempo.
Penso che tutto questo all’interno della società sia tornato sicuramente per moda, soprattutto perché in questi ultimi anni c’è un ritorno al vintage. Solo 5 anni fa andavano di moda gli anni ‘60, con le Clarks il Parka, ora c’è un ritorno agli anni ‘70, come i pantaloni a zampa ecc. senza sapere da che cultura vengano. Vediamo questo ritorno anche nella produzione della Sony, che dall’1989 non stampava più vinili ed invece dalla fine del 2017 ha ricominciato. Questo vuol dire che chi suona con vinile può trovare a disposizione album o brani su questo supporto, cosa che fino a poco tempo fa non era così scontata, oltre al fatto di poter ascoltare cose che avevano cessato di essere stampate, e che ora invece possiamo ancora ascoltare e non rischiare di perdere. Quindi tutta questa moda vintage ha sicuramente portato a qualcosa di positivo.
Arriviamo infine al contesto dove i tuoi progetti sono nati e continuano a vivere, ovvero la scena friulana della blackmusic per quanto riguarda i vari musicisti e per quanto riguarda i selecter. Parliamo un po’ della situazione nel contesto friulano, allargandoci magari anche a quello italiano ed internazionale. Potresti indicarci alcuni tuoi punti di riferimento e consigliarci qualche ascolto?
In Friuli c’è una bella scena legata all’ambito Mod che viene costantemente alimentata nella zona di Pordenone. Vengono organizzati vari eventi, tra cui uno in particolare all’Astro club una volta all’anno verso marzo-aprile, il Pordenone Soul Alldayer , dove molte persone arrivano in Vespa, Lambretta, proprio perché si sentono parte di questo movimento. Ci tengo a precisare che non vuole essere una rievocazione storica, ma la gente che partecipa a questi eventi vive veramente così perché non può farne a meno. Un altro evento invece viene organizzato una volta al mese o ogni due mesi all’Antica Drogheria sempre a Pordenone. Per quanto riguarda i selecter invece voglio segnalare Giulio Bresin, in arte Soulful Jules di Pordenone, le cui selezioni sono apprezzate a livello internazionale, che è stato ospite anche negli Stati Uniti a casa di chi questo genere l’ha inventato.
In Italia invece un po’ di eventi che mi sento di menzionare sono: l’Underground Blues Teramo, che viene organizzato proprio a Teramo, Dance with the devil a Roma e il Flamingo a Torino.
Parlando di musicisti invece nella zona di San Vito al Tagliamento ci sono i Districts, un gruppo di tre elementi, che suonano il genere Neo soul, nato in periodi relativamente recenti, che come esponenti internazionali hanno ad esempio Erykah Badu, oppure i The Roots.
A livello italiano i Jane j’s Clan nell’area di Milano, composti da una cantante nera, basso e batteria, sono veramente molto interessanti.
A livello internazionale infine posso consigliarti artisti come i Vulfpeck, i Badbadnotgood, i Cosmo Pyke, King Krule, oppure Erykah Badu, Hayatus Kayote.
Grazie mille a tutti voi di Constraint Magazine Udine e ci vediamo il 24 febbraio alle ore 23.00 nel foyer del teatro Palamostre.
Stay tuned!!!