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Una volta giunti sul suolo europeo, la maggior parte dei rifugiati accolti è condannata ad un periodo sostanzialmente passivo a causa della mancanza di possibilità di relazione sociale nelle città e all’interno degli spazi di accoglienza che garantiscono (non sempre) soltanto lo stretto necessario. 18 studenti dell’Università di Kaiserslautern e 25 profughi sono stati coinvolti nel progetto “Build Together – Learn Together”, il cui esito è stata la costruzione di uno spazio comune di qualità all’interno di un ex caserma di Mannheim in Germania, trasformata oggi in un centro di accoglienza.
Un semplice sistema di muri tra loro ortogonali individua due ambiti: uno più piccolo, silenzioso ed introverso con una serie di nicchie protette rivolte al giardino; l’altro più pubblico, aperto su di un lato e destinato ad eventi. Per garantire una maggiore velocità e precisione esecutiva ed un notevole risparmio economico, la struttura, interamente realizzata con legno non trattato, è formata da parti prefabbricate nell’hangar dell’ex caserma, montate successivamente nel sito del progetto. La struttura tralicciata realizzata con una griglia di 3 o 5 strati di stecche lignee alternativamente messe in verticale e diagonale, caratterizza formalmente l’intero progetto, il cui risultato espressivo, potenziato dall’effetto della luce, rimanda a certe trame orientali.
La riuscita del progetto, garantita da una condivisione di idee e competenze resa possibile grazie ad un periodo di stretta convivenza tra studenti ed ospiti, dimostra come l’architettura possa essere un modo di integrazione e contributo all’inserimento sociale degli esclusi ed uno strumento per scoraggiare l’emarginazione.
Articolo di Damiano Mesaglio
Foto di: Yannick Wegner
Questo articolo fa parte della rubrica metroquadro, la rubrica di Constraint dedicata all’architettura. Clicca qui per saperne di più!