Cosa possono avere in comune Lou Reed e Engelbert Humperdinck, Bob Dylan e Robert Louis Stevenson, la rivista anni ’80 Vanity e il New Yorker? Al di là di tutte le interconnessioni più o meno stiracchiate che si possono trovare tra questo o quell’artista, in questo caso la risposta è semplice: la matita di Lorenzo Mattotti.
Dopo l’Avanguardia Russa e Joan Mirò, quest’autunno Villa Manin decide di omaggiare l’illustratore d’origine friulana con una maestosa personale: 400 opere suddivise in diciotto sezioni tematiche, un percorso che abbraccia la quasi totalità della sua produzione.
Inaugurata venerdì 28 ottobre, e visitabile fino al 19 marzo negli orari di apertura della Villa, l’esposizione si snoda lungo le sale accompagnando anche il visitatore meno esperto all’interno dell’universo cromatico di Mattotti. Partendo da Slanci, sezione che accoglie alcuni manifesti che rimandano al tema della vitalità e dell’apertura, il percorso si addentra via via verso una produzione più cupa: i colori brillanti sono gradatamente desaturati fino a diventare bianco e nero, luce e ombra. La sala centrale ospita il ciclo di illustrazioni realizzate per il New Yorker in occasione della rimessa in scena dell’opera di Humperdinck, Hansel e Gretel: la fiaba dei fratelli Grimm qui assume tonalità tetre, accentuate dalla penombra della sala, squarciata solamente dalle lampade che illuminano le opere.
Un tema che riecheggia sotto varie forme all’interno dell’esposizione è quello del conflitto: quello interiore, rappresentato sia dalle illustrazioni per Jekyll & Hyde, fumetto ispirato al classico di Stevenson, sia dall’album Fuochi, allegoria del contrasto interno a Mattotti tra l’amore per la pittura e quello per l’illustrazione; ma anche il conflitto violento e concreto della guerra e dei drammi che affliggono l’umanità, che l’autore rappresenta illustrando il brano A hard rain’s gonna fall per l’album Bob Dylan Revisited.
Salendo al piano superiore le atmosfere cominciano a riprendere un tenue calore, virando verso temi più delicati. L’amore viene affrontato sia nel ciclo Nell’acqua, istantanea dell’innamoramento, sia in Stanze, immagini di coppia così poetiche e così reali da far credere a chiunque vi si trovi di fronte che siano i propri ricordi ad essere stati illustrati.
La mostra si conclude con un viaggio spirituale su carta nepalese, Incandescenze: racconti di viaggio, da Bali all’Egitto, che fanno trasparire la creatività positiva dell’autore ed accompagnano delicatamente il visitatore all’esterno.
Villa Manin
Piazza Manin, 10, 33033 Passariano, Codroipo , Provincia di Udine
29 ottobre 2016 – 19 marzo 2017
da martedì a domenica
10.00 – 19.00
Per ulteriori informazioni e biglietteria visitare il sito di Villa Manin