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Un viaggio al termine del Nuovo

“Una mostra talmente ampia che non può essere contenuta in un solo palazzo o sede espositiva, una mostra di cui si può fare esperienza spostandosi nel tempo e nello spazio, una mostra concepita come un viaggio, un viaggio lungo un anno, un viaggio di iniziazione, un viaggio per fare il check-in, mettere a punto, verificare il proprio bagaglio culturale rispetto a “la scandalosa forza rivoluzionaria del passato” “.

Così Paolo Toffolutti, curatore della mostra organizzata da Neo Associazione Udine, introduce il terzo e quarto capitolo della exhibition itinerante di arti visive La fine del Nuovo, che hanno visto l’inaugurazione sabato 2 Luglio, alla Stazione dei Treni di Cividale del Friuli e allo SMO Slovensko Multimedialno Okno Museo di Paesaggi e Narrazioni di San Pietro al Natisone.

La Fine del Nuovo

Due luoghi significativi per i temi affrontati in questi due capitoli, “Le Grand Tour. Viaggio al Termine del Nuovo” e “Itinerario da Pendolari II”.

Le Grand Tour. Viaggio al Termine del Nuovo (Stazione dei Treni di Cividale)

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La stazione, un luogo simbolo per il viaggiatore, un luogo che entra sottilmente a fare parte del nostro quotidiano, nella vita da pendolari solitari e viaggiatori instancabili, un luogo che proprio per questo motivo può e deve essere parte integrante della riflessione culturale. Ecco quindi che una piccola stazione come quella che collega Udine a Cividale non può essere soltanto considerata infrastruttura o rete di collegamento, ma un “dispositivo culturale simile ad un museo, uno strumento di e per fare conoscenza”.

Maurizio Ionico, amministratore delle ferrovie Udine-Cividale, sottolinea il ruolo dei viaggio: “Una cosa che non è sicuramente destinata a scadere è l’attenzione al viaggio. Ci si muove di più e più spesso al giorno d’oggi, e per ragioni più profonde, esperienziali e culturali. Le persone vanno e vengono, tramite la mostra saranno invogliate a fermarsi e riflettere.”

Presentazione di "La Fine del Nuovo" (foto di Roberto Mezzaroma)

Giovanni Vragnaz (architetto e docente), Luciano Campolin (architetto) e Paolo Toffolutti (curatore) (foto di Roberto Mezzaroma)

Ad esporre le loro opere Vesna Bukovec, artista slovena, e Pleurad Xhafa, visual artist originario di Tirana, entrambi attivi e sensibili nella ricerca dell’arte contemporanea in relazione a forti tematiche sociali, chiamati ad interrogarsi sul tema della rinuncia alla produzione del nuovo nel dibattito culturale contemporaneo.

L’approccio dell’artista di Lubjana è piuttosto cinico e provocatorio. La “fine del nuovo”, della perdita di prospettive per il futuro, in una società critica e complessa, come quella che stiamo vivendo, viene interpretata con disegni su carta che richiamano volutamente manuali industriali anni ‘70, proponendo soluzioni drastiche in risposta al -da lei supposto- fallimento delle generazioni più giovani: automutilazioni e soluzioni per il suicidio, quasi ironiche, quasi a suggerire “una mutilazione in favore della crescita”.

Le opere video di Pleurad Xhafa, pur non rientrando in una visione altrettanto cinica, propongono una riflessione su temi sociali importanti: il primo video riguarda il tema del lavoro nella contemporaneità all’interno di sistemi totalizzanti, mentre il secondo parla della migrazione della cultura, della contaminazione culturale, in un mondo in cui la migrazione diventa spesso scelta obbligata per la sopravvivenza dell’uomo.

Partendo dalla riflessione sul concetto di “ vecchio e nuovo” il professor Zele, docente di filosofia e storia, nell’ intervento ad apertura dell’inaugurazione, ha approfondito il tema dal punto di vista filosofico e ha guidato i presenti in un interessante percorso cinematografico. Spunti e suggestioni che invitano a riflettere sulla nostra società moderna, sempre volta alla ricerca di un “nuovo”, nella tecnologia, nella cultura, nel cibo, fino agli affetti. Tutto sembra avere una data di scadenza, in un consumo rapido che si riflette anche sulle relazioni interpersonali.

“Abbiamo raggiunto una situazione paradossale e angosciante: curiamo ossessivamente il nostro corpo, ma deturpiamo la natura, inseguiamo l’immortalità, ma viviamo in mezzo alle macerie, vorremmo rimanere per sempre giovani e belli, ma viviamo in un mondo sempre più brutto e in rovina.” dice Zele,  citando in conclusione il recente film di Jim Jarmusch Solo gli amanti sopravvivono (USA/D/F/GB 2014). Una frase della protagonista del film è particolarmente significativa,  “La vita è dedicarsi a tutto ciò che rimane, è contemplare la natura, coltivare la gentilezza e le amicizie, è danzare.” Ed è quello che tutti noi dovremmo tornare a fare per dare valore all’essenziale e ricominciare a vivere, perchè, in fin dei conti, “solo chi ama non scade”.

Itinerario da Pendolari II (SMO Slovensko Multimedialno Okno)

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Ad introdurre il IV capitolo allo SMO Museo di Paesaggi e Narrazioni di S. Pietro al Natisone, coordinato da Donatella Ruttar, sono intervenuti l’arch. Luciano Campolin assieme all’architetto e docente dell’Università degli Studi di Udine Giovanni Vragnaz e al curatore Paolo Toffolutti, in un interessante dibattito dedicato alla riflessione sul nuovo in architettura. Quale linea sottile separa il “vecchio” dal “nuovo”, e che cosa si può definire decisamente “nuovo”? La moda, l’economia, hanno guidato il nostro gusto estetico, le nostre scelte, orientato le tendenze, fino ad oggi. E l’arte non può definirsi indenne da questi meccanismi di produzione. Ma al predominio delle mode corrisponde anche un disconoscimento di qualsiasi riflessione seria sull’arte. La riproduzione riconoscibile, che diventa in fin dei conti un brand, può essere definito arte? Nel pubblico c’è chi è intervenuto sostenendo l’inesistente separazione tra vecchio e nuovo in campo artistico. Il nuovo c’è sempre. L’artista quando crea, produce qualcosa di nuovo: pur rifacendosi a un passato, la sua sarà sempre una creazione nuova, e questo nuovo non svanirà nel tempo perchè si rifletterà negli sguardi diversi degli spettatori che, analizzando l’opera, vedranno sempre qualcosa di nuovo.

Giovanni Vragnaz conclude: “ La vera modernità è la consapevolezza tragica, la consapevolezza della perdita di quello che c’era prima, e che ora ha lasciato spazio al nuovo”.

LA FINE DEL NUOVO

SMO Slovensko Multimedialno Okno (foto di Roberto Mezzaroma)

Lo SMO raccoglie opere di tre visual artists: Rocco Osgnach, artista bolognese, Davide Skerly (vive e lavora tra Trieste e New York), e Szacsva Y Pàl, video artist ungherese. Le loro opere si interrogano sul significato antropologico della vita e sul tema della fine, tra video, installazioni, sculture e opere che fanno scorgere sempre un dialogo tra vecchio e nuovo, retaggi di legami col passato in una sensazione di “opere già viste” volutamente cercata e proposta al pubblico, nell’intento di suscitare interrogativi.

E come conclude Paolo Toffolutti:  “Le opere esposte non vogliono avere nulla di espressivo o personale, perchè l’opera d’arte è di tutti e non può essere spiegata. Come la vita”.

In attesa dei prossimi capitoli de La fine del Nuovo (Il Capitolo V si terrà a Lerici in provincia di La Spezia dal  6 agosto), le mostre saranno visibili al pubblico fino al 24 luglio, alla Stazione ferroviaria di Cividale e allo SMO Slovesko Multimedialno Okno Museo di Paesaggi e Narrazioni.

Articolo di Valentina Ercole

Per maggiori informazioni visitare il sito di Neo Associazione Udine

I prossimi appuntamenti in breve:

cap. V
6.8>11.9.2016
Castello di San Terenzo Lerici SP
cap. VI
6.8>11.9.2016
Oratorio Santa Maria in Seàa loc.Tellaro Lerici SP
cap. VII
17.9>8.10.2016
Avoncampolin Non Profit Art Space a Pordenone
cap. VIII
22.10>13.11.2016
Palazzo Lantieri a Gorizia
cap. IX
5.11>27.11.2017
Villa DiToppo Florio a Buttrio UD
cap. X
03.12.2016>8.1.2017
Chiesa di San Francesco ad Udine
cap. XI
03.12.2016>8.1.2017 Centro Commerciale Città Fiera Torreano di Martignacco UD
cap. XII
03.12.2016>13.1.2017
Teatro Nuovo Giovanni da Udine Udine
cap. XIII
19.1>9.2.2017
Zadov P.a.r.a.s.i.t.e. a Ljubljana SLO
cap. XIV
29.3>23.4.2017
Meštrovic´ Pavilion a Zagabria HR
cap. XV
2.4>30.4.2017
Woland Art Club Portopiccolo Sistiana TS
cap. XVI
21.5.2017
(evento) ex Stazione Ferroviaria Udine-Majano a Udine