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“Hold me like the day you found me

tell me if i’m blowing against the wind”

Chitarra acustica e voce, nient’altro: bastano a rendere emozionante una performance? La storia della musica ci insegna che sì, è possibile, e The Leading Guy non fa che confermarlo.

Simone Zampieri, cantante folk naturalizzato triestino, che si esibirà stasera alle 19.00 al giardino del Visionario (ingresso libero, in caso di pioggia evento spostato al bar al primo piano) ha già rapito numerosi cuori e non si vuole decisamente fermare. Lo dimostrano le 50.000 persone che lo hanno ascoltato a Zagabria in apertura dei 2Cellos, lo constata la critica di settore, che alla fine del 2015 lo ha inserito nei dieci cantautori da tenere d’occhio.

THE LEADING GUY

Credits: Simone di Luca

Il suo primo album solista, Memorandum, registrato interamente a Berlino per l’etichetta Lady Lovely, è stato inserito nei 50 migliori dischi del 2015, e mentre già lavora al suo prossimo disco The Leading Guy continua ad esibirsi in tutta Italia.

In attesa del concerto di stasera, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Simone.

Una prima domanda per rompere il ghiaccio: The Leading Guy, il tuo nome, da dove deriva? Ha qualcosa a che fare con l’omonima canzone di Micah P. Hinson (cantautore statunitense le cui sonorità folk ricordano in parte la tua produzione musicale)?

Hai colto nel segno. Dopo aver terminato “Memorandum” ero alla ricerca di un acronimo che esprimesse ciò che sono. Adoro il brano di Micah.

Prima di diventare ufficialmente The Leading Guy sei stato il cantante dei Busy Family, formazione triestina con cui hai realizzato l’album Advice for your next failure, per l’etichetta ReddArmy (e che hai presentato anche a Udine nel 2012, in occasione del Far East Film Festival). Com’è avvenuto il passaggio alla carriera solista?

È stata una conseguenza naturale della mia evoluzione musicale. Ho sentito la necessità di esprimermi in maniera ancor più personale. Il periodo con la band è stato fantastico ed ha contribuito a farmi diventare ciò che sono, ma era destinato a finire. Non riuscivo più ad accettare i compromessi che sono naturali in una band. I ragazzi l’hanno capito e ad oggi continuano a supportarmi in maniera splendida.

Sia con i Busy Family, prima, che ora come The Leading Guy, i tuoi brani sono sempre in lingua inglese. Credi che in futuro ci sarà spazio per qualche sperimentazione in italiano, o pensi che l’inglese sia la lingua migliore per veicolare ciò che vuoi esprimere?

Ho vissuto un lungo periodo in Irlanda e le mie prime canzoni sono nate proprio li. Da quel momento cantare in inglese è stata la cosa più naturale per me. Quando parlo penso in italiano ma quando scrivo l’inglese esce spontaneo. Non vedo nel breve periodo una carriera con una lingua diversa da questa, ma ho imparato che nella vita tutto può succedere.

I testi delle tue canzoni spiccano per la profondità dei temi trattati. Al di là dei riferimenti culturali in ambito musicale, hai qualche riferimento relativo alla letteratura o alla poesia che ti guida nella stesura dei testi?

Da sempre la letteratura gioca un ruolo fondamentale nei miei testi. Ci sono momenti in cui mi chiedo se in realtà la mia vera ambizione non sia scrivere romanzi e non canzoni. Cerco di inserire riferimenti letterari in ogni cosa che canto. La citazione per me è una forma d’amore verso i libri e sono felice quando chi ascolta riesce a coglierli. È un momento magico.

Nel tuo ultimo video sei stato accompagnato dal Piccolo Coro Artemia di Denis Monte, già noto per aver collaborato con Elisa. Da solista, come ti è sembrata la collaborazione con un ensemble di cantanti?

È stata una giornata fantastica. Condividere la mia canzone con ragazzi giovani e talentuosi è stato un onore. “ To see as the good sees” era il brano ideale. “ho bisogno di vedere come il buon vede” canto nel ritornello e per farlo spesso abbiamo bisogno di chi ancora non è contaminato da troppe esperienze dolorose  che spesso ci  rendono cinici. Sono entrati in punta dei piedi nel mio mondo e l’hanno arricchito. Non smetterò mai di ringraziarli.

Pur essendo originario di Ponte nelle Alpi, ed aver passato molto tempo tra l’Irlanda e il resto d’Europa, sembra che Trieste, città in cui ti sei trasferito da studente, sia diventata un punto fermo della tua vita. Credi che la multiculturalità e la caratteristiche quasi uniche della città abbiano in qualche modo influenzato la tua produzione?

Trieste è un porto sicuro in cui vivere. Io ho la fortuna di viaggiare molto ma sono felice al pensiero che ad aspettarmi ci sia una città così. Adoro la sua multiculturalità unita al suo isolamento geografico. Mi fa sentire protetto e mi aiuta a scrivere senza i condizionamenti che si possono subire in città come Roma o Milano.

Nell’ultimo periodo stai aprendo molti concerti di artisti importanti (penso a Jack Savoretti a Torino, i 2Cellos a Zagabria e prossimamente Niccolò Fabi al rifugio Gilberti) ed in Italia recentemente sembra esserci stata una riscoperta della scena musicale indipendente (penso al recente successo di Cosmo, ma anche M+A o i Cani). Credi che si stiano finalmente ponendo le basi per un rinascimento della musica italiana, a favore di una produzione più originale e di qualità?

Ad essere onesto io fatico a mischiarmi alla musica indipendente italiana. Non per una sorta di snobismo ma perché da sempre il mio sguardo guarda oltre confine. Sono felice che ci siano realtà italiane che finalmente riescono a muovere le acque ma ad essere onesto mi sento una mosca bianca nel panorama italiano.

Memorandum si può acquistare sulla pagina Bandcamp di Ladylovely  ed è disponibile sui principali servizi di streaming. Noi però vi consigliamo di venire ad emozionarvi con noi, questa sera alle 19.00 al Visionario.

 

I prossimi concerti

28/7 – GIOVINAZZO (BA), Giovinazzo Rock Festival

31/7 – TRIESTE, Piazza Verdi – Trieste Loves Jazz

07/8 – SELLA NEVEA, Rifugio Gilberti – Opening for Niccolò Fabi

27/8 – CHIASTRE DI CALESTANO (PR) – Rock The Baita Festival

11/9 – ROVERETO SUL SECCHIA (MO) – Rockkereto Festival